Dove viviamo?
I parenti in Italia e nel mondo.
S
e si pensa al proprio cognome, specialmente nel caso in cui non sia molto comune, si crede sempre di conoscere quasi tutti i propri parenti stretti e non, ma l'avvento di Internet e del suo database mondiale ha smentito anche questa convinzione che ognuno di noi ha.
Dapprima mai avrei pensato che anche il cognome Papaccio facesse parte della storia dell'emigrazione italiana. Adesso invece è fuori di dubbio che esistano e che sia un mio dovere trovare notizie sui parenti emigrati in America, Argentina o altrove, seppure lontani di grado genealogico.
Le mie ricerche sono così cominciate navigando attraverso motori di ricerca in cui se digitavo la parola "PAPACCIO", davano come risultato una lista di centinaia di pagine che mi rimandavano a siti di persone che a mia insaputa si chiamavano col mio stesso cognome. Dopo diversi anni di ricerche saltuarie sono riuscito a trovare molte informazioni su alcuni miei lontani parenti vissuti nel secolo scorso e altri che tuttora vivono sparsi per l'Italia, gli Stati Uniti e il resto del mondo. Come al solito devo ringraziare gli elenchi telefonici on-line che mi hanno permesso una mappatura, seppur parziale e limitata alle suddette nazioni, delle persone mie omonime. Chissà quanti altri Papaccio sono sparsi per il mondo...
Per quanto riguarda l'Italia, come mostrato nell'immagine a lato, i Papaccio sono distribuiti su diverse regioni. La stragrande maggioranza risiede nei pressi di Napoli, e questi sono in buona parte i miei parenti più stretti. Per il resto esistono regioni di cui non sospettavo nemmeno lontanamente la presenza di miei parenti come ad esempio il Veneto o la stessa Sardegna; sarebbe bello chiedere loro come mai si trovino lì visto che le radici e la provenienza dei Papaccio sono indiscutibilmente piantate in Campania, ma il rispetto della privacy mi impone una certa moderazione, in fondo loro sono per me dei perfetti sconosciuti e viceversa.
Il discorso sull'estero è ancora più complesso, dato che l'emigrazione italiana ha generato un afflusso di milioni di persone prevalentemente verso mete come Stati Uniti, Canada, Germania, Argentina, Brasile, Svizzera, Belgio e Australia. La ricerca dei parenti emigrati negli Stati Uniti d'America è così cominciata partendo dal sito di Ellis Island, la piccola isola di fronte alla Statua della Libertà nel porto di New York City. Qui infatti rimanevano in quarantena per un lungo periodo gli emigranti italiani e delle altre nazioni che cercavano fortuna in America (proprio come potreste vedere ne "Il Padrino Parte Seconda", magistralmente diretto da Francis Ford Coppola). Sfogliando gli archivi elettronici di questo sito sono riuscito a risalire a circa 50 Papaccio, uomini e donne, di cui furono registrati i nomi, subito dopo il loro sbarco. Come mostrato nella foto qui a sinistra, al rigo 14, il primo Papaccio registrato ad Ellis Island è Francesco Papaccio, che all'età di 15 anni, analfabeta, pagandosi il viaggio da solo da Afragola (Napoli) e con soli 25 dollari in tasca è andato a trovare il fratello Nicola ed è sbarcato dal transatlantico Fulda il 2 Dicembre 1897. Tra l'altro il transatlantico fu distrutto pochi anni dopo per via delle sue pessime condizioni, quindi il viaggio da Napoli a New York deve essere stato ancora più duro per quelle persone. Purtroppo non sono riuscito a scoprire che fine abbia fatto Francesco, ma spero veramente che sia riuscito a vivere una vita migliore di quella che aveva lasciato in Italia. Da allora i Papaccio sono continuati ad arrivare negli Stati Uniti stabilendosi soprattutto negli stati di New York e New Jersey, ma come si può notare dall'immagine a sinistra, alcuni vivono anche in Florida, Illinois, Pennsylvania e California, da dove proviene Phil Papaccio, che tramite questo sito mi ha contattato e al quale voglio porgere i miei ringraziamenti per avermi raccontato di un po' di storia della sua famiglia in America.
Dall'Argentina, sempre grazie a questo sito, ho ricevuto una email da Gabriela Papaccio, una mia omonima di Buenos Aires che ringrazio per la sua testimonianza della presenza di Papaccio in Sud America. Purtroppo non essendoci archivi elettronici pubblici riguardanti la registrazione ai tempi dell'emigrazione italiana, non riesco ad avere molte notizie ufficiali sui miei parenti sbarcati in quella terra ancora più lontana.
Comunque bisogna anche dire che esistono molti altri Papaccio partiti per chissà dove negli anni passati, e purtroppo di loro non se ne sa più niente, almeno a livello di documentazione certa. Mi viene in mente il romanzo "Moby Dick" di Herman Melville, che parla di Ismaele (il cognome è sconosciuto), il quale un giorno decide di navigare per il mondo, avendo pochi soldi in tasca ma un gran desiderio di viaggiare, e per questo si imbarca sul Pequod. E io ritengo proprio il Pequod, come la giusta metafora dell'emigrazione o anche del solo abbandonare la propria vita a terra; in effetti a bordo come equipaggio si poteva trovare gente proveniente da qualsiasi nazione e di qualsiasi estrazione sociale, dal marinaio siciliano al ramponiere Queequeg principe di un'isola polinesiana.
Una vera curiosità è stata trovare il nome di un certo Giuseppe Papaccio, professione carbonaio, il quale a bordo della illustre nave Andrea Doria, riuscì a salvarsi dopo la fatale collisione con la nave Stockholm avvenuta la notte del 25 Luglio 1956 al largo di Nantucket, Massachusetts. Purtroppo non so che fine abbia fatto anche lui, il suo deve essere stato un duro lavoro e vivere quella terribile esperienza e poterla raccontare, gli fa davvero onore.
Papaccio.com © 2003